Un viaggio leggero, quasi in punta di piedi

di Alberto Negri

Serata davvero speciale e unica quella di venerdì 24 febbraio, presso il “Circolo dei Contadini”.
Quasi duecento persone hanno riempito ogni angolo della sala per ascoltare la testimonianza della ballerina e pittrice Simona Atzori , intervistata da Claudio Arrigoni, giornalista de “La Gazzetta dello Sport”, e dei rappresentanti di altre associazioni, fra cui Marco Sessa presidente di AISAC.

“Cosa ti manca per essere felice?” questo era il titolo del libro scritto da Simona Atzori , ma anche il titolo di questo viaggio nel mondo della disabilità organizzato da “Raggiungere” e dal  “Zyme”, in collaborazione con le associazioni di volontariato e no-profit dell’abbiatense: Anffas, Iceberg, La Cometa, Lule, Superhabily.

Dicevamo all’inizio serata unica perché in primo luogo ci si è trovati di fronte a un pubblico davvero numeroso rispetto al tema trattato e anche perché mai un tema considerato “pesante”, serio, drammatico almeno per l’opinione pubblica oltre che per chi lo vive, o per le loro famiglie, è stato trattato, potremmo dire per citare un famoso libro, con una davvero “insostenibile leggerezza dell’essere”.
Problemi come normalità e diversità, disabilità sono stati discussi, raccontati, testimoniati, prima di tutto con intelligenza, ma anche con ironia (che è comunque sempre segno di intelligenza).


Il pubblico ha avuto modo di riflettere ma anche di sorridere. Si è parlato di questo universo senza i toni della tragedia, senza la retorica del patetico, senza alcun auto-compatimento ma sempre con grande dignità e grande leggerezza.
Si sorrideva, per esempio, quando Simona Atzori, con la leggerezza di chi per mestiere è abituato a danzare in punta di piedi, raccontava alcuni aneddoti della sua vita privata e pubblica senza le braccia dalla nascita, sostituite in tutto e per tutto dalle sue gambe e dai suoi piedi, come si è potuto ben vedere nel filmato autobiografico che questa bravissima ballerina ha presentato.

Tenendo una penna con le dita dei piedi ha anche firmato i tanti autografi che la gente le ha chiesto dopo aver acquistato il suo libro. Nella sua vita non sono mancate le gaffe degli altri, di persone che venivano in contatto con lei dal controllore del treno che le chiedeva di togliere i piedi dal tavolo del vagone ristorante (lei mangia e tiene le posate con le dita dei piedi), al marinaio che insisteva nella richiesta della sua mano per entrare in barca.

Ha anche parlato della sua esperienza al festival di Sanremo, dove qualche giornalista ha detto che la vera farfalla di cui si doveva parlare nelle prime pagine dei giornali era lei, non certo quella tatuata sul corpo della Belen. A chi le diceva che si era parlato poco di lei al festival, l’Atzori ha risposto che si è parlato il giusto, la sua è stata semplicemente un’esibizione di danza in un contesto di normalità e non di eccezionalità.

Va dato merito a Claudio Pirola, presidente dell’associazione “Raggiungere” e anche dell’associazione “Zyme” di aver offerto agli Abbiatensi l’opportunità di vivere una serata in cui i valori che contribuiscono a creare il senso vero della vita sono stati messi nella loro giusta posizione.

Chi ha visto il video della Lule, il video dell’Aisac sul modo di vedere la realtà da punti di vista diversi, il video della Atzori, di cui abbiamo detto poc’anzi, chi ha ascoltato anche le testimonianze delle diverse associazioni o quella molto bella di un’ospite a sorpresa come Annalisa Minetti, la cantante non vedente, presente con l’associazione “Superabily” con cui parteciperà alle prossime paraolimpiadi, certamente ha potuto capire quali sono le priorità della vita. Ha potuto comprendere che l’essere felice non dipende da ciò che la natura o Dio, per chi è credente, ti ha dato, ma da come tu vivi ciò che ti è stato dato.

“Tutti noi disabili in realtà abbiamo un’ abilità speciale in più – ha detto Annalisa Minetti - quella di non arrenderci alle difficoltà della vita. Rispetto a molti cosiddetti normodotati, noi sappiamo che la vita è sempre un dono prezioso che non va mai sprecato e che volere è potere. Questo ho sperimentato nella mia vita”.

“Io non ho bisogno di niente per essere felice - ha sottolineato invece Simona Atzori – ho capito che se sei positivo, se sai sorridere agli altri, la vita stessa sorride anche a te. Un sorriso è gratis, non costa nulla. Io sorrido danzando, dipingendo, ridendo con gli altri, perché il sorriso è contagioso”.

“Purtroppo - si è chiesta ancora Simona Atzori - tendiamo sempre a identificarci con quello che non abbiamo e non con quello che abbiamo. Perché spesso abbiamo paura di ciò che è diverso, di ciò che non conosciamo, mentre la normalità ci rassicura? Il mondo esiste per la diversità, ciascuno di noi è unico e diverso dagli altri. Eppure cerchiamo rassicurazione nella normalità nel voler essere uguali agli atri. Ma che noia sarebbe il mondo se fossimo tutti uguali".

Simona Atzori, Annalisa Minetti e tutti coloro che hanno offerto la loro testimonianza e che per motivi di spazio non possiamo citare, hanno regalato a tutti noi ottimismo e anche un modo di vedere l’esistenza forse più leggero, insomma un po’ di senso autentico della vita. E scusate se, di questi tempi, è poco