Sul sito "Italians" Di Beppe Severgnini è stata pubblicata una lettera di Carlo Antonini dal titolo: Disabilità: noi di “Raggiungere”

Potete leggerla sul sito di Italians oppure qui sotto

È sempre curioso osservare come vediamo e raccontiamo la disabilità. Ci sono tante visioni diverse, ma due ricorrono spesso. La prima è la visione pietista, quella del “poverina” o “che sfigato”. È il porno motivazionale (inspirational porn, © Stella Young), quello che ci fa pensare che in fondo – anche se la vita è difficile - c’è pur sempre chi sta peggio di noi. La seconda visione, più recente e apparentemente opposta, è quella del disabile supereroe. Non ci sono dubbi: manifestazioni come le paralimpiadi hanno l’enorme merito di aver scardinato alcuni stereotipi sulla perfezione del corpo. Però c’è un rischio: sei io sono disabile, e non riesco a compiere un’impresa, vuol dire che allora sono – davvero - solo uno sfigato? Esiste un terza via? In "Raggiungere", associazione di famiglie di persone con disabilità agli arti, ci pensiamo da un po’. Domenica scorsa ne abbiamo discusso a Milano: prima dando voce ad alcuni dei nostri giovani, poi dialogando con un fotografo, Christian Tasso, che da quattro anni lavora al progetto “il quindici percento”. Questa è la stima del numero di persone che al mondo vive con una qualche forma di disabilità. Su sette miliardi, fa circa un miliardo di persone. Abbiamo capito che una via c’è, se manteniamo l’attenzione sul punto più importante: la persona. Christian l’ha capito tempo fa, davanti alle reazioni quasi deluse di alcuni alle sue foto: “e la disabilità, dov’è?”. Si aspettavano che quella dovesse essere la protagonista. E invece no: i protagonisti, nelle foto, come nella vita, sono le persone. Così uguali, così diverse. Questo cambio di prospettiva, lo sappiamo, richiederà del tempo. Ma sapere che non siamo da soli, a farci certe domande, ci rende ottimisti che il giorno arriverà. E mentre aspettiamo, per non annoiarci con domande troppo serie, ci divertiamo a scherzare su tutte quelle occasioni in cui non ci credono, che noi siamo proprio nati così. E che va bene così!

Carlo Antonini