Pubblichiamo la lettera di una nostra associata, che affronta il tema spinoso della ricerca di un lavoro.


Carissimo Presidente,

mi presento mi chiamo Erica, ho 25 anni, abito in Piemonte in provincia di Biella e sono nata con agenesia all'avambraccio sinistro.

Facendo parte dell'associazione Raggiungere ho pensato di scrivere perchiedere un consiglio e raccontare la mia esperienza. Come tutti i ragazzi della mia età ci troviamo a vivere un momento difficile per quanto riguarda il mondo del lavoro. Subito dopo essermi diplomata in ragioneria, ho iniziato la ricerca di un posto di lavoro attraverso il centro per l'impiego, associazione locale per invalidi civili, consegna porta a porta dei curriculum, ma nulla, dopo tanti "no" e umiliazioni ai vari colloqui per quanto riguarda le mie capacità e oserei dire per la totale ignoranza sulle capacità dei ragazzi come me, grazie alla raccomandazione di una parente ho trovato lavoro come commessa part-time per 4 anni in un negozio di abbigliamento.

Il lavoro è stato molto pesante per me in quanto oltre alla vendita del prodotto comportava anche lavoro di magazzino. Mi sono adattata perchè oltre ad avermi dato la possibilità di mettere alla prova le mie capacità, sono una ragazza che ha molta ambizione e grinta oltre ad una gran voglia di far vedere al mondo che, nonostante un problema fisico anch'io ce la posso fare. Ad oggi, allo scadere del contratto, sono tornata disoccupata e di nuovo mi sono sentita umiliata e trattata con disgusto dai selezionatori dei colloqui, ogni volta mi viene ribadito che con una mano sola non si può fare quello e questo. Mi sembra ci sia un pò di discriminazione per le persone diversamente abili e non trovo giustoche si debba giudicare dalle apparenze.

Lo Stato mi ha esentata dalle pensione di invalidità ma garantendomi un posto di lavoro obbligatorio però mi chiedo "come potrò trovare lavoro se per "loro" non so e non posso fare nulla?" Nel ringraziala per l'attenzione concludo chiedendo un vostro parere, se anche al di fuori del Piemonte succede la stessa cosa. Sarei anche felice se vorrete pubblicare la mia lettera nel prossimo numero del giornalino rendendomi inoltre disponibile ad approfondire il caso qualora foste interessati.

Cordiali saluti. Erica.


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