Come due tecnici, collaborando tramite internet a 10.000 miglia di distanza l'uno dall'altro, hanno realizzato la protesi "Robohand" per una bimbo di 5 anni, nato senza dita della mano destra, utilizzando una stampante 3D

Un bimbo sudafricano di 5 anni, nato senza le dita della mano destra, è il primo al mondo ad indossare una innovativa mano protesica.
Pochi mesi dopo che gli inventori, Ivan Owen, un ingegnere meccanico che vive nello stato di Washington, USA, e Richard Van As, sudafricano, si sono incontrati per la prima volta, il piccolo Liam ha potuto indossare la sua nuova Robohand per far tutto cio' che una mano umana può fare, compreso lanciare una palla, o racccogliere una moneta.

La vita del piccolo Liam è cambiata, grazie all'uso della nuova mano, ma ciò che è ancor più straordinario è che Owen e Van As hanno reso il loro progetto, che ha la potenzialità di aiutare migliaia di persone, disponibile gratuitamente su web.

La protesi è il risultato  di una collaborazione che prevede l'uso di una stampante 3D, ed è stato raggiunto nonostante gli inventori abitassero a migliaia di miglia di distanza, grazie alle moderne tecnologie.

A dicembre del 2011, Van As, che aveva perso le dita della mano destra in un incidente di falegnameria, vide un video su YouTube di una enorme mano meccanica che Owen aveva costruito per divertimento.

Ispirato dal potenziale che la mano aveva per persone con la sua amputazione, Van As contatto' Owen e i due trascorsero un anno scambiandosi progetti e commenti, elettronicamente.

Lo scambio di progetti e commenti è stato facilitato dal fatto che i due utilizzavano una stampante 3D MakerBot come veicolo per la comunicazione.

Infine Owen ando' a Johannesbourg, in sud africa, per incontrare Van As e i due cominciarono a lavorare insieme ad un prototipo della loro protesi.

La tecnologia di taglio e stampa ha svolto un ruolo significativo nella realizzazione del progetto, ma la mano, di per se, ha un design molto semplice che può essere costruito con meno di 150 dollari.

Al posto di sensori e componenti elettroniche, utilizzati da molte protesi costose in commercio, La Robohand sfrutta un sistema di cablaggio, controllato dal movimento del polso, che comanda l'apertura e la chiusura delle dita.

I progettisti credono che la mano, che può essere aggiustata e assemblata facilmente, possa essere una valida soluzione per migliaia  di persone che hanno un problema simile a quello di Liam.

'Vorremmo che la protesi fosse disponibile per persone, ed in luoghi, in cui non ci sono infrastrutture' ha detto Owen alla BBC.

I due sono interessati a collaborare con altri progettisti e pazienti, o con un'organizzazione che aiuti gli utenti e i creatori della RoboHand e dei suoi derivati.


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